Il Napoli minaccia di chiedere i danni a Koulibaly
Riportiamo da: Repubblica
Se ci pensa, De Laurentiis dovrebbe ringraziarlo. Il difensore è un gigante anche nelle contraddizioni. Un giorno rivela la sua ansia di staccarsi dal club: si confida con “L’Èquipe”, mettendo sulle piazze degli Europei il prestigio del Napoli. Un altro scrive parole dolciastre ai tifosi scossi dall’intervista, giurando amore eterno. Si può immaginare la fine: conferma di Koulibaly e contratto migliorato, magari mezzo milione in più sugli 800mila euro attuali. Perché li merita, perché anche altri avranno una lieve gratifica, perché non c’è guerra senza pace. Ma a sua insaputa l’avido Koulibaly, lusingato dal Chelsea di Antonio Conte, fornisce al suo presidente l’assist che cercava. Annunciare una linea di ragionata fermezza a tutti procuratori che, come Bruno Satin, da mesi bussano alle porte di Castel Volturno per chiedere la luna.
Il caso Koulibaly va oltre. Dimostra come sia impervio il cammino del Napoli, proiettato dalla Champion nel calcio globalizzato. Qui incrocia dirigenti troppo più ricchi, manager senza scrupoli né regole, calciatori inchiodati ai contratti solo se falliscono, ma li rinnegano alla prima offerta clandestina. Koulibaly è solo un esempio. Un anno fa era da vendere al peggior offerente, dopo una stagione pessima. Non si propose per ridurre il suo ingaggio, adeguandolo agli scadenti risultati personali. Aveva un contratto, e gli fu rispettato. Risulta un anno dopo tra i protagonisti, la sua quotazione è salita ad oltre 25 milioni, il Chelsea lo tenta. E lui che fa? A mezzo stampa, batte cassa. Offrendo anche una falsa immagine del suo club all’estero.
Più che corretta, sembra urgente la linea dura anticipata dal De Laurentiis nell’intervista a Marco Azzi. I contratti si rispettano. Sono avvertiti gli altri giocatori che, come Koulibaly, spunteranno solo un ritocco. Ma questo non protegge la società nella giungla europea, sconvolta da colpi bassi, affollata di sceicchi e finanzieri russi, squilibrata da fatturati stratosferici. Quello del Napoli oscilla tra 150 e 200 milioni, la metà della Juve, un terzo di Real Madrid e Barcellona. Il Napoli regge se contiene gli ingaggi. Ma non è sufficiente. Deve cercare nuove fonti. Oggi è il 18esimo club in Europa, quotato dall’agenzia Kpmg 394 milioni. Contro i 983 della Juve. Real Madrid e Manchester sfiorano i tre miliardi.
Va bene la linea dura, ma il Napoli deve anche crescere. Come? Chiudere subito gli acquisti, aveva in mano Vrsaljko e Zielinski, uno perso, l’altro quasi. Non può smarrirsi nell’antologia di clausole studiate dallo specialista Chiavelli, se i contratti sono poi così labili. Il marketing dà
molto, ma va potenziato ed esteso nel mondo. Forse il marchio Napoli con sei milioni di ammiratori può dare di più. La Cina programma intanto 50 milioni di tesserati e 20 mila scuole calcio, acquista Milan e Inter come spot, dopo Aston Villa, Granada e Nizza. Il club di Maradona ieri e di Higuain oggi può conquistare spazi di mercato laggiù. Dicono che De Laurentiis ci stia pensando. Bene. Nel calcio si vince con i gol, ma anche con le buone idee.