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Manolo segna un gol ogni 108 minuti

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Manolo segna un gol ogni 108 minuti
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Redazione CNR di Redazione CNR
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Pubblicato il 20/04/2016 | 09:30

I "titolarissimi", stavolta, hanno solo applaudito


Riportiamo da: gazzetta.it

Perché nella grande abbuffata del Napoli, la vittoria azzurra più larga in stagione, c'è la firma, abbondante, di Manolo Gabbiadini e Dries Mertens, riserve di lusso ma titolari per una notte nel Napoli di Sarri che si è rialzato con il 6-0 al Bologna dopo la batosta di San Siro con l'Inter. Doppietta e tripletta. Girata in diagonale alla velocità di un battito di ciglia per Manolo. Gli applausi, nella serata delle 14 vittorie interne come quelle del Napoli di Mazzarri nel 2012-13, sono tutti per loro. 

Di Gabbiadini sappiamo già. Medie da bomber di razza, in rapporto ai minuti giocati. Ma vale la pena rinfrescarci la memoria, anche perché con la doppietta di stasera il livello sale. Con la doppietta ai rossoblù, Manolo ha segnato 9 gol in 973 minuti giocati in questa stagione (campionato e coppe), uno ogni 108 giocati. In Serie A, Gabbia ha firmato un gol ogni 107 minuti (5 reti in totale), roba da cecchino: non a caso, solo Higuain (uno ogni 87') ha fatto meglio tra i giocatori con almeno 3 reti in questo campionato. Sì, Gabbiadini è molto più che un vice-Pipita: basti pensare che nelle ultime 13 partite da titolare con il Napoli (in tutte le competizioni), l'ex attaccante della Samp ha realizzato 10 gol e fornito 3 assist. Prenda nota Antonio Conte: che all'Europeo porterà solo chi gioca, lo sappiamo, ma che è alla ricerca di un vero uomo-gol. Gabbiadini di minuti ne ha messi insieme meno di altri colleghi, ma dal punto di vista realizzativo stravince contri tutti gli altri "9" nel giro della Nazionale.



Un Gabbiadini così, 3 gol nelle 3 partite senza Higuain, non si può tenere in panchina. Eppure nel Napoli è successo praticamente tutto l'anno. Un paradosso che si può spiegare solo con la stagione monstre del Pipita. Ma nel Napoli dei "titolarissimi" c'è un altro grande escluso che col Bologna si è preso la rivincita, e che forse avrebbe meritato più minuti e fiducia: la tripletta di Mertens, la prima in Serie A, nella partita in cui Sarri lo ha preferito a Insigne dal 1', fa riflettere sulla gestione degli uomini azzurri. Chiaro, il Napoli è lassù anche perché la scelta del tecnico di puntare solo sul 4-3-3 e quasi sempre sugli stessi uomini evidentemente ha pagato, ma ruotare un po' di più, specie nei momenti di calo dei giocatori chiave, avrebbe forse giovato alla causa scudetto (che Mertens stesse meglio di altri compagni si era visto anche un turno fa: entrato a gara in corso con l'Inter, era stato tra i migliori). Resta il dubbio: con più fiducia a panchinari alla Mertens e alternative tattiche in cui magari Gabbiadini e Higuain avrebbero potuto convivere, le cose sarebbero andate allo stesso modo? Delresto, fatte le dovute proporzioni, anche il caso del Barcellona crollato all'improvviso insegna: insistere su 11 inamovibili senza prevedere variazioni sul tema può essere rischioso... 

Fonte: gazzetta.it


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