A pensarci c'era da aspettarselo, ma tutti avremmo voluto che non succedesse. Invece è successo, e con assoluta puntualità
Riportiamo da: Corriere Del Mezzogiorno
Non appena si è ingloriosamente conclusa la Coppa America, nello stesso identico modo del Mondiale e della precedente competizione continentale (e cioè con una finale persa e con una prestazione personale largamente sotto le attese, con tanto di gol divorato), il fratello procuratore di Higuain, accertatosi di non minare la tranquillità del coccolato congiunto, ha sparato forte e chiaro sulla società con la quale il suddetto germano assistito ha ancora due anni di contratto. Di soldi, ovviamente, questo pensatore profondo e speculatore in materia di etica si è guardato bene dal parlare. Pensate forse, o tifosi diletti, che siamo attaccati al vile denaro? Immaginate forse che a noi interessi quello zero in più in fondo alla misera cifra giustamente percepita per dispensare gioie? No, per carità. Il nostro unico, altissimo interesse è assurgere alle maggiori vette sportive tutti insieme, baciati dal caldo sole della vittoria. Per cui le accuse vomitate dal signor Nicolas vertono sugli aspetti tecnici e strutturali: la società, cinica e bara, nonostante le promesse non completa gli investimenti adeguati a competere per il massimo traguardo. E allora noi, famiglia Higuain, ci sentiamo legittimati a mettere vela per altri e più ambiziosi lidi. Questo orribile malcostume si va estendendo a macchia d'olio, e il Napoli è ahinoi tra i più colpiti.
I Maldipancia Boys, celebre gruppo blues che canta in coro le ragioni di un rinnovo milionario a contratto in corso solo perché la stagione è andata bene, infoltiscono le proprie file: Koulibaly, Albiol, Hysaj, ora Gonzalo. Abbiamo giocato bene, no? Allora rivediamo gli accordi firmati uno o due anni fa, al rialzo; avessimo giocato male, naturalmente, ci pagavate uguale. Esecrato tutto ciò, e presa posizione al fianco della società in tutto e per tutto, bisogna però ammettere che al netto della strumentalità quello che ha detto il procuratore di Higuain è inquietantemente vicino al vero. Mentre la Juventus, già avanti anni luce come dimostrano i cinque titoli consecutivi vinti, con uno stadio di proprietà, un settore giovanile floridissimo e un centro sportivo all'avanguardia, acquista tra gennaio e questo primo scorcio di campionato il fortissimo ragazzo Mandragora, Dani Alves e Pjanic, il Napoli mette a segno i colpi (si fa per dire) Regini,Grassi (mai visti in campo) e Tonelli (non un profilo di livello internazionale). In compenso, a quanto si dice, incassa i rifiuti di Klaassen, Vrsaljko, Vecino, Lapadula e Zelinsky: non Iniesta e Messi, insomma.
Eppure parliamo della seconda forza del campionato, una squadra che disputerà nella fase a gironi la massima competizione internazionale. Ragioni diverse, per carità: chi non vuole fare la riserva, chi non vuole cedere i famosi diritti d'immagine, chi non ama la città, chi ha la fidanzata che vuole fare la modella altrove, chi ha nostalgia della mamma, chi ha sempre tifato Milan. Tutto pur di non venire in riva al golfo. Pur avendo chiaramente parlato per bieco ed economico interesse personale, insomma, l'amico Nicolas qualche argomento sul piatto della bilancia in verità lo mette. E qualche spunto di riflessione dovrebbe pure attivarlo, in questi caldissimi giorni di fine giugno e inizi luglio. Al tifoso piacerebbe tanto se la società lo zittisse in manieraspettacolare, concludendo un paio di colpi di livello e riducendo l'incrementale gap coi bianconeri attrezzandosi nel contempo per una grande Champions. Sarebbe molto bello, no? Sì, sarebbe bello.