Trema tutto il San Paolo, il palo di Jovetic al terzo minuto oltre il novantesimo è una botta al cuore
Riportiamo da: Corriere Del Mezzogiorno
Il Napoli è a un passo dal sogno: primato solitario in classifica, atteso oltre venticinque anni. Meritato, convinto. Figlio di un’organizzazione di gioco e di una qualità dei singoli che l’Inter non ha. L’arbitro Orsato fischia la fine, lo spettacolo è anche oltre il San Paolo: fuochi d’artificio di mille colori. Il gol lampo di Gonzalo Higuain dopo cento secondi dal fischio di inizio è un fuoriprogramma che Roberto Mancini non poteva prevedere. Pronti via, già sotto. Ma lo schieramento iniziale viene mantenuto: è la quattordicesima formazione in altrettante giornate di campionato. A specchio sul Napoli. Non è stata una buona idea. L’Inter ha sofferto sin dai primi minuti di gioco la capacità del Napoli di uscire e guadagnare sempre campo, non subendo alcuna pressione. Tutto più o meno semplice per la squadra di Sarri, protesa all’attacco. Dopo il gol del Pipita, però, la difesa fisica e potente degli avversari — i due centrali soprattutto, Miranda e Murillo — regge bene. shadow carousel Napoli-Inter, i momenti Napoli-Inter, i momenti Napoli-Inter, i momenti Napoli-Inter, i momenti Napoli-Inter, i momenti Napoli-Inter, i momenti
Tattica e cartellini
Gli azzurri non creano chissà quali pericoli, mantenendo comunque ferma un’organizzazione di gioco di fronte alla quale Roberto Mancini ha dovuto arrendersi. L’uomo in tuta gioca un calcio più bello e soprattutto di maggiore qualità. L’estetismo dell’Inter sta solo nella figura del proprio allenatore nel rettangolo dell’area tecnica. Nella fase di possesso la squadra di Sarri riesce sempre a rendere proficua la pressione, soprattutto con i due attaccanti Higuain e Insigne e le mezzali Hamsik e Allan. L’Inter non ha un centrocampo che sa costruire con Medel metodista e Brozovic e Guarin mezzali atipiche. Deve abbassarsi, allora. E provare a imbastire qualcosa di contropiede o dalla distanza. Ci provano prima Guarin e poi Perisic in girata su cross di Ljajic. Reina c’è sempre. L’Inter è tutta i suoi difensori, il Napoli è tutta i suoi attaccanti con Insigne che danza sulle punte e Icardi troppo isolato al centro dell’attacco. Il vantaggio lampo paradossalmente è poca cosa rispetto a ciò che accade sul finire del primo tempo. Nagatomo ci va duro su Allan, era già ammonito, rosso. Inter in dieci, fuori Icardi in avvio di ripresa, dentro Telles esterno d’attacco. Ed è ancora 4-3-3, uno specchio comunque. Dieci minuti senza che mai l’Inter si affacci nell’area avversaria. Ancora più bassa in dieci uomini, e il Napoli prova a questo punto a scardinare un muro. Il solo Perisic è pronto sulle ripartenze, un solo calcio d’angolo. Qualcosa Mancini cambia e allora Biabiany per Guarin. Un altro fuoriprogramma ad una manciata di secondi dalla sostituzione: Albiol di testa innesca il contropiede e Higuain raccoglie, macina chilometri dalla linea del centrocampo verso la porta. Tira e ferisce ancora. È il Napoli di Sarri? Nella notte del primato atteso venticinque anni è il Napoli di Gonzalo Higuain, quota dodici in campionato.
La festa finale
Specchiarsi troppo induce il Napoli a perdersi per un po’ di minuti. E mentre Sarri chiede concentrazione e linee strette ecco che l’Inter si riporta in avanti ed è Ljajic ad accorciare. Fuori Insigne per El Kaddouri, allora. Freschezza ad una manovra che ora deve aprire i varchi di una Inter più granitica e soprattutto più convinta. Sarri muove altre pedine e stavolta i cambi sono ispirati dalla volontà di coprirsi rispetto ad un avversaro che con l’ingresso di Jovetic si spinge con maggiore incisività. Lopez per hamsik e soprattutto Maggio per Callejon. L’esterno difensivo fa l’esterno alto ma di fatto core l’intera fascia co il sostegno del solido Hysaj. Minuto ottantanove e il San paolo impazzisce ancora per una cavalcata di Higuain verso la porta, ma Handanovic si oppone. Orsato fischia quattro minuti di recupero oltre il novantesimo, lo stadio canta che di più non può. Il Napoli è a un soffio dal primato solitario in classifica, l’Inter è sbilanciata in avanti e i cento secondi finali sono come i primi, il fuoriprogramma è in agguato. Ma il calcio di Sarri e del Napoli è quasi scienza. Tutto come previsto, nella stagione dei record. Si abbracciano Reina e Higuain, che al termine della partita dice: «È una notte spettacolare, siamo in un buon momento. Sognare è lecito, ma dobbiamo tenere i piedi per terra perché manca tantissimo». E il presidente Aurelio De Laurentiis si lascia andare: «Stasera nel finale l’abbiamo vinta con fortuna». Napoli, intanto, fa festa.