UNA SCONFITTA ACCETTABILE MA ....
Una
sconfitta “accettabile “ perché subita contro una delle squadre più forti e in
forma in questo momento nel panorama mondiale, una sconfitta che, si spera, non
intacchi il morale della squadra azzurra, facendola perdere quelle certezze fin
qui acquisite, una sconfitta generata, si è detto, da un approccio troppo
timido nella prima mezzora.
Ma di fronte c’era una squadra sicuramente più forte nei
singoli, più tecnica e fisica rispetto all’undici schierato da Maurizio Sarri
che , ahimè, nell’affrontare fuori
casa, squadre del calibro di Real Madrid, Juventus, City , non modifica il
proprio assetto tattico, sempre fedele alla Sua filosofia di calcio che fin qui
ha strappato consensi. E allora bisogna decidersi , schierarsi, sposare questa mentalità, ed accettare sconfitte
come quelle col City, figlia di una tattica ed una squadra troppo spregiudicata
e “leggera”. Nel calcio si può vincere attraverso il bel gioco e questa fa
piacere a tutti, però quando è importante portare via anche un pareggio ed era
il caso di questa sera, allora si rinuncia all’estetica e si bada di più a
limitare i danni.
Avevo auspicato nel
precedente articolo, l’impiego di Rog e Zielinski . quest’ultimo ha giocato
senza brillare, Rog è rimasto in panchina. A mio parere, in questa partita
sarebbe servita la corsa e la vivacità di Allan e Rog, con Diawara a
centrocampo ed in attacco l’impiego di Ounas
più indicato di Insigne nell’azione
veloce di contropiede.
Il perseverare in
queste scelte è il vero limite di Sarri , ripeto grandissimo allenatore ma che pur di mostrare la bellezza della sua squadra a volte la espone a
sofferenze in mezzo al campo dove gli azzurri facevano fatica a contrastare gli
inglesi che affondavano come lame nel burro.
Buono l’esordio di Ounas , subentrato allo “spremuto” Insigne.
Efficaci alcune incursioni e gran facilità nel superare l’avversario, una
risorsa che il Napoli non può trascurare.
Sotto tono invece Hamsik, Zielinski, Insigne e Callajon
costretti ad un duro lavoro di contenimento. Troppo solo Martens in attacco,
servito sempre lontano dall’area di rigore, colpevole di aver fallito il rigore
che avrebbe dato maggiore chances di recuperare con più tempo a disposizione .
Borsacchi
Tino
Prudente Amato