Riflessioni dopo la sesta vittoria consecutiva
VOI NE FATE QUATTRO … NOI NE SEGNIAMO CINQUE !
La palla scivola fluida sul manto erboso come su di un tavolo da biliardo. Sponde precise a disegnare traiettorie tanto lineari quanto geniali si alternano ad artistiche parabole disegnate dagli artisti in calzoncini. Se “loro” ebbero Pinturicchio, noi abbiamo Battistello Caracciolo da Frattamaggiore pronto a premiare gli inserimenti del nostro Dio della Guerra.
Intanto il capitano mostra una graduale “napoletanizzazione” alternando giocate nella quali danza sulla palla ad altre nelle quali tira fuori tanto i canini quanto gli attributi.
Gli avversari passano al primo tiro dopo le solite tre-quattro occasioni sprecate ? Poco male ! Giù la testa e di nuovo tutti a pedalare tanto, per dirla alla Carlo Alvino, “chi gioca bello non può mai perdere”.
Ed è questa l’impressione che fornisce il Napoli di quest’anno; squadra consapevole dei propri mezzi che non si lascia abbattere dalle circostanze come troppe volte accaduto nelle trascorse stagioni e sotto le precedenti guide tecniche. Perché in questo team di amici ognuno ha una precisa collocazione tattica e sembra conoscere a chi girare la palla ancor prima di averla ricevuta.
E allora avanti così, consci che le tappe sono ancora tante ma che sino ad oggi ci siamo divertiti vedendo un calcio spumeggiante e mai fine a se stesso sperando, nel contempo, che il titolo venga assegnato sul campo e non nelle stanze del potere perché uno scudetto fuori dai poteri forti farebbe solo bene al movimento calcistico italiano restituendogli una credibilità che le facili vittorie dei soliti noti hanno contribuito a far perdere.