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SABATO SI RICOMINCIA

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SABATO SI RICOMINCIA
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Pubblicato il 16/08/2018 | 14:00

IL NUOVO NAPOLI DI CARLO

 Di Amato Prudente e Tino Borsacchi

Come si temeva del Napoli di Sarri non è rimasto nulla, ma c’era da aspettarselo, da metterlo in conto. Tutti intorno alla Società, tifosi, addetti ai lavori, non han potuto addossare ad ADL la responsabilità di questa separazione, voluta unilateralmente da Sarri e motivata da più alte aspirazioni sia economiche che tecniche ma chi scrive crede che oltre queste, vi siano altre ragioni che hanno spinto il Toscano a porre fine ad un ciclo che con la rosa attuale riteneva chiuso e non ripetibile, in quanto la gestione adottata da Sarri prevede l’utilizzo di soli 14-15 giocatori che al termine dello stesso, per le richieste del tecnico su applicazione maniacale di schemi e intensità di gioco, li porta allo sfinimento, mentre per le riserve, che poco vedono il campo, l’unica soluzione da prendere in considerazione è quella di cambiare aria. Di conseguenza sarebbe stata necessaria una vera e propria rifondazione, non condivisa da ADL, giustamente, in quanto l’organico è composto da giocatori giovani che ancora non hanno espresso tutto il loro potenziale. 

Sarri, più di ADL, conquistato dallo spettacolo che la squadra offriva ogni domenica, era cosciente di questo ed ha capito che sarebbe dovuto scendere a troppi compromessi per restare sulla panchina azzurra ed ha preferito comportarsi come ha fatto. Sarri come tecnico di campo è tra i migliori in circolazione, è stato capace di rendere il Napoli un meccanismo perfetto che mai lasciava all’avversario il controllo del gioco, limitandone di conseguenza la possibilità di rendersi pericoloso, qualunque fosse la sua caratura, e questa era una caratteristica che i tifosi hanno apprezzato più di ogni altra.

Giocatori, interpreti e rispettosi di schemi rigidi che esaltavano le capacità del tecnico più di quelle degli stessi, mai liberi di proporre una giocata individuale. Una prigione dorata ma pur sempre una prigione e forse molti giocatori, i più talentuosi han pagato un prezzo altissimo, mentre oggi, con Ancelotti, sono più liberi di poter esprimere le proprie capacità ed in tal senso ha meritato consensi il giovane Ounas che più di tutti ha subito le scelte di Sarri.

I tifosi devono essere contenti di aver goduto di uno spettacolo mai visto prima a Napoli, ma devono capire che tutto ha una fine e che è importante far sentire al nuovo tecnico, veramente coraggioso a mettersi in gioco dopo Sarri, tutto il calore e il sostegno di cui sono capaci. Da Ancelotti non ci si aspetta il gran gioco che ci ha fatto vedere Sarri ma una maggiore concretezza, una maggiore libertà da parte dei singoli, una migliore e più completa rotazione della rosa, una più lunga presenza nelle manifestazioni cui si parteciperà.

In questo mercato, che si appresta a vivere gli ultimi giorni di trattativa, con l’avvento di Ancelotti i tifosi credevano fortemente nel ritorno del MATADOR, suggestione evaporata solo qualche giorno fa.

Il Napoli, a parte il discorso portiere, ancora aperto causa infortunio di Meret, s’è limitato a completare l’organico con giocatori di buon livello ma che a parere dei tifosi e di molti esperti non aumenta il potenziale della squadra che, alla luce di quanto fatto da Inter e Milan, non sembra godere di molta credibilità.

In effetti le milanesi si candidano ad essere le più serie antagoniste della Juve ed il prossimo Campionato si annuncia ancora più avvincente. Per il momento il precampionato ha messo in risalto un evidente ritardo da parte del Napoli, un’idea di gioco non ancora assimilata e chiara e giocatori un po’ spaesati e vulnerabili in alcune circostanze. Ci sarà ancora da lavorare e si confida nelle grandi qualità di Ancelotti affinché il Napoli possa essere protagonista come negli ultimi anni. A 5 giorni dal difficile esordio a Roma, i tifosi sperano ancora in un grande colpo che difficilmente ci sarà.

Siamo del parere che il Napoli necessiti di un portiere veramente esperto e carismatico e l’unico che sembra avere queste requisiti è il messicano Ochoa e poco importa se insidierà la titolarità di Meret, il Napoli e i suoi tifosi vengono prima. Inoltre, visto che Inglese sicuramente lascerà Napoli, se ADL veramente volesse restituire un po’ di entusiasmo ad una tifoseria giù di tono per tutte le vicissitudine legate al finale della precedente stagione e all’addio di Sarri, dovrebbe prendere un altro attaccante fonte utile a restituire morale e fiducia al popolo partenopeo.

Si fanno i nomi di Rodriguez (improbabile per gli alti costi), di Belotti, forse il più indicato ma per il quale oltre ad una forte cifra cash (35-40 milioni) si dovrebbe sacrificare uno tra Rog e Chiriches la cui cessione aprirebbe un buco importante nel corrispondente settore.

Alla luce della scelta di Mertens di riproporsi attaccante centrale, il Napoli potrebbe dirottare le proprie risorse su un’ala veloce e capace nel dribbling ed il profilo più interessante sembra Quincy Promes, ma ci sembra più credibile che il Napoli rimanga così com’è anche per garantire il dovuto spazio a Verdi ed Ouras.

Balotelli sarebbe solo un ripiego, pericoloso, per calmare la piazza che minaccia contestazioni.

Piuttosto è il ruolo ritagliato ad Hamsik  che suscita più di una perplessità in quanto lo slovacco, a parte le indubbie capacità a dettare i tempi di gioco, è poco incline al sacrificio e all’interazione. Sarà compito del Mister motivare e spronare Marek ad essere più “cattivo”.

Pochi giorni e si ricomincia con la Juve superfavorita e la curiosità di verifcare quanto l’Inter possa insidiarla.

 

 

 
 
 
 
 
 
 

Come si temeva del Napoli di Sarri non è rimasto nulla, ma c’era da aspettarselo, da metterlo in conto. Tutti intorno alla Società, tifosi, addetti ai lavori, non han potuto addossare ad ADL la responsabilità di questa separazione, voluta unilateralmente da Sarri e motivata da più alte aspirazioni sia economiche che tecniche ma chi scrive crede che oltre queste, vi siano altre ragioni che hanno spinto il Toscano a porre fine ad un ciclo che con la rosa attuale riteneva chiuso e non ripetibile, in quanto la gestione adottata da Sarri prevede l’utilizzo di soli 14-15 giocatori che al termine dello stesso, per le richieste del tecnico su applicazione maniacale di schemi e intensità di gioco, li porta allo sfinimento, mentre per le riserve, che poco vedono il campo, l’unica soluzione da prendere in considerazione è quella di cambiare aria. Di conseguenza sarebbe stata necessaria una vera e propria rifondazione, non condivisa da ADL, giustamente, in quanto l’organico è composto da giocatori giovani che ancora non hanno espresso tutto il loro potenziale. 

Sarri, più di ADL, conquistato dallo spettacolo che la squadra offriva ogni domenica, era cosciente di questo ed ha capito che sarebbe dovuto scendere a troppi compromessi per restare sulla panchina azzurra ed ha preferito comportarsi come ha fatto. Sarri come tecnico di campo è tra i migliori in circolazione, è stato capace di rendere il Napoli un meccanismo perfetto che mai lasciava all’avversario il controllo del gioco, limitandone di conseguenza la possibilità di rendersi pericoloso, qualunque fosse la sua caratura, e questa era una caratteristica che i tifosi hanno apprezzato più di ogni altra.

Giocatori, interpreti e rispettosi di schemi rigidi che esaltavano le capacità del tecnico più di quelle degli stessi, mai liberi di proporre una giocata individuale. Una prigione dorata ma pur sempre una prigione e forse molti giocatori, i più talentuosi han pagato un prezzo altissimo, mentre oggi, con Ancelotti, sono più liberi di poter esprimere le proprie capacità ed in tal senso ha meritato consensi il giovane Ounas che più di tutti ha subito le scelte di Sarri.

I tifosi devono essere contenti di aver goduto di uno spettacolo mai visto prima a Napoli, ma devono capire che tutto ha una fine e che è importante far sentire al nuovo tecnico, veramente coraggioso a mettersi in gioco dopo Sarri, tutto il calore e il sostegno di cui sono capaci. Da Ancelotti non ci si aspetta il gran gioco che ci ha fatto vedere Sarri ma una maggiore concretezza, una maggiore libertà da parte dei singoli, una migliore e più completa rotazione della rosa, una più lunga presenza nelle manifestazioni cui si parteciperà.

In questo mercato, che si appresta a vivere gli ultimi giorni di trattativa, con l’avvento di Ancelotti i tifosi credevano fortemente nel ritorno del MATADOR, suggestione evaporata solo qualche giorno fa.

Il Napoli, a parte il discorso portiere, ancora aperto causa infortunio di Meret, s’è limitato a completare l’organico con giocatori di buon livello ma che a parere dei tifosi e di molti esperti non aumenta il potenziale della squadra che, alla luce di quanto fatto da Inter e Milan, non sembra godere di molta credibilità.

In effetti le milanesi si candidano ad essere le più serie antagoniste della Juve ed il prossimo Campionato si annuncia ancora più avvincente. Per il momento il precampionato ha messo in risalto un evidente ritardo da parte del Napoli, un’idea di gioco non ancora assimilata e chiara e giocatori un po’ spaesati e vulnerabili in alcune circostanze. Ci sarà ancora da lavorare e si confida nelle grandi qualità di Ancelotti affinché il Napoli possa essere protagonista come negli ultimi anni. A 5 giorni dal difficile esordio a Roma, i tifosi sperano ancora in un grande colpo che difficilmente ci sarà.

Siamo del parere che il Napoli necessiti di un portiere veramente esperto e carismatico e l’unico che sembra avere queste requisiti è il messicano Ochoa e poco importa se insidierà la titolarità di Meret, il Napoli e i suoi tifosi vengono prima. Inoltre, visto che Inglese sicuramente lascerà Napoli, se ADL veramente volesse restituire un po’ di entusiasmo ad una tifoseria giù di tono per tutte le vicissitudine legate al finale della precedente stagione e all’addio di Sarri, dovrebbe prendere un altro attaccante fonte utile a restituire morale e fiducia al popolo partenopeo.

Si fanno i nomi di Rodriguez (improbabile per gli alti costi), di Belotti, forse il più indicato ma per il quale oltre ad una forte cifra cash (35-40 milioni) si dovrebbe sacrificare uno tra Rog e Chiriches la cui cessione aprirebbe un buco importante nel corrispondente settore.

Alla luce della scelta di Mertens di riproporsi attaccante centrale, il Napoli potrebbe dirottare le proprie risorse su un’ala veloce e capace nel dribbling ed il profilo più interessante sembra Quincy Promes, ma ci sembra più credibile che il Napoli rimanga così com’è anche per garantire il dovuto spazio a Verdi ed Ouras.

Balotelli sarebbe solo un ripiego, pericoloso, per calmare la piazza che minaccia contestazioni.

Piuttosto è il ruolo ritagliato ad Hamsik  che suscita più di una perplessità in quanto lo slovacco, a parte le indubbie capacità a dettare i tempi di gioco, è poco incline al sacrificio e all’interazione. Sarà compito del Mister motivare e spronare Marek ad essere più “cattivo”.

Pochi giorni e si ricomincia con la Juve superfavorita e la curiosità di verifcare quanto l’Inter possa insidiarla.

 

 

Come si temeva del Napoli di Sarri non è rimasto nulla, ma c’era da aspettarselo, da metterlo in conto. Tutti intorno alla Società, tifosi, addetti ai lavori, non han potuto addossare ad ADL la responsabilità di questa separazione, voluta unilateralmente da Sarri e motivata da più alte aspirazioni sia economiche che tecniche ma chi scrive crede che oltre queste, vi siano altre ragioni che hanno spinto il Toscano a porre fine ad un ciclo che con la rosa attuale riteneva chiuso e non ripetibile, in quanto la gestione adottata da Sarri prevede l’utilizzo di soli 14-15 giocatori che al termine dello stesso, per le richieste del tecnico su applicazione maniacale di schemi e intensità di gioco, li porta allo sfinimento, mentre per le riserve, che poco vedono il campo, l’unica soluzione da prendere in considerazione è quella di cambiare aria. Di conseguenza sarebbe stata necessaria una vera e propria rifondazione, non condivisa da ADL, giustamente, in quanto l’organico è composto da giocatori giovani che ancora non hanno espresso tutto il loro potenziale. 

Sarri, più di ADL, conquistato dallo spettacolo che la squadra offriva ogni domenica, era cosciente di questo ed ha capito che sarebbe dovuto scendere a troppi compromessi per restare sulla panchina azzurra ed ha preferito comportarsi come ha fatto. Sarri come tecnico di campo è tra i migliori in circolazione, è stato capace di rendere il Napoli un meccanismo perfetto che mai lasciava all’avversario il controllo del gioco, limitandone di conseguenza la possibilità di rendersi pericoloso, qualunque fosse la sua caratura, e questa era una caratteristica che i tifosi hanno apprezzato più di ogni altra.

Giocatori, interpreti e rispettosi di schemi rigidi che esaltavano le capacità del tecnico più di quelle degli stessi, mai liberi di proporre una giocata individuale. Una prigione dorata ma pur sempre una prigione e forse molti giocatori, i più talentuosi han pagato un prezzo altissimo, mentre oggi, con Ancelotti, sono più liberi di poter esprimere le proprie capacità ed in tal senso ha meritato consensi il giovane Ounas che più di tutti ha subito le scelte di Sarri.

I tifosi devono essere contenti di aver goduto di uno spettacolo mai visto prima a Napoli, ma devono capire che tutto ha una fine e che è importante far sentire al nuovo tecnico, veramente coraggioso a mettersi in gioco dopo Sarri, tutto il calore e il sostegno di cui sono capaci. Da Ancelotti non ci si aspetta il gran gioco che ci ha fatto vedere Sarri ma una maggiore concretezza, una maggiore libertà da parte dei singoli, una migliore e più completa rotazione della rosa, una più lunga presenza nelle manifestazioni cui si parteciperà.

In questo mercato, che si appresta a vivere gli ultimi giorni di trattativa, con l’avvento di Ancelotti i tifosi credevano fortemente nel ritorno del MATADOR, suggestione evaporata solo qualche giorno fa.

Il Napoli, a parte il discorso portiere, ancora aperto causa infortunio di Meret, s’è limitato a completare l’organico con giocatori di buon livello ma che a parere dei tifosi e di molti esperti non aumenta il potenziale della squadra che, alla luce di quanto fatto da Inter e Milan, non sembra godere di molta credibilità.

In effetti le milanesi si candidano ad essere le più serie antagoniste della Juve ed il prossimo Campionato si annuncia ancora più avvincente. Per il momento il precampionato ha messo in risalto un evidente ritardo da parte del Napoli, un’idea di gioco non ancora assimilata e chiara e giocatori un po’ spaesati e vulnerabili in alcune circostanze. Ci sarà ancora da lavorare e si confida nelle grandi qualità di Ancelotti affinché il Napoli possa essere protagonista come negli ultimi anni. A 5 giorni dal difficile esordio a Roma, i tifosi sperano ancora in un grande colpo che difficilmente ci sarà.

Siamo del parere che il Napoli necessiti di un portiere veramente esperto e carismatico e l’unico che sembra avere queste requisiti è il messicano Ochoa e poco importa se insidierà la titolarità di Meret, il Napoli e i suoi tifosi vengono prima. Inoltre, visto che Inglese sicuramente lascerà Napoli, se ADL veramente volesse restituire un po’ di entusiasmo ad una tifoseria giù di tono per tutte le vicissitudine legate al finale della precedente stagione e all’addio di Sarri, dovrebbe prendere un altro attaccante fonte utile a restituire morale e fiducia al popolo partenopeo.

Si fanno i nomi di Rodriguez (improbabile per gli alti costi), di Belotti, forse il più indicato ma per il quale oltre ad una forte cifra cash (35-40 milioni) si dovrebbe sacrificare uno tra Rog e Chiriches la cui cessione aprirebbe un buco importante nel corrispondente settore.

Alla luce della scelta di Mertens di riproporsi attaccante centrale, il Napoli potrebbe dirottare le proprie risorse su un’ala veloce e capace nel dribbling ed il profilo più interessante sembra Quincy Promes, ma ci sembra più credibile che il Napoli rimanga così com’è anche per garantire il dovuto spazio a Verdi ed Ouras.

Balotelli sarebbe solo un ripiego, pericoloso, per calmare la piazza che minaccia contestazioni.

Piuttosto è il ruolo ritagliato ad Hamsik  che suscita più di una perplessità in quanto lo slovacco, a parte le indubbie capacità a dettare i tempi di gioco, è poco incline al sacrificio e all’interazione. Sarà compito del Mister motivare e spronare Marek ad essere più “cattivo”.

Pochi giorni e si ricomincia con la Juve superfavorita e la curiosità di verifcare quanto l’Inter possa insidiarla.

 

 

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