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Mancini: "Non è questo l’anno del Napoli"

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Mancini:
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Redazione CNR di Redazione CNR
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Pubblicato il 07/09/2016 | 09:00

Doveva essere uno dei grandi protagonisti di questo campionato di Serie A, poi un’estate turbolenta ha cambiato tutto


Riportiamo da: goal.com

Roberto Mancini dall’8 agosto scorso non è più l’allenatore dell’Inter. A sancire il clamoroso divorzio, una serie di divergenze con la nuova società nerazzurra che lo porteranno, almeno nel breve periodo, ad occupare un semplice ruolo di spettatore interessato dei fatti calcistici nostrani.

Mancini, intervistato dal Corriere dello Sport, ha spiegato come è andata la sua seconda esperienza sulla panchina meneghina: “Non voglio avere rimpianti o dire oggi che ho fatto male ad accettare. Era una sfida importante, sono convinto di non aver sbagliato a tornare a Milano. Purtroppo non ho concluso la missione ma resta un’esperienza positiva. Sono stati fatti passi avanti molto importanti, oggi esiste una squadra base che prima non c’era. Ecco, mi dispiace di non aver terminato il lavoro come la prima volta”. 

L’ex tecnico nerazzurro ha anche svelato cosa l’ha spinto a lasciare l’Inter: “Ci siamo stretti la mano, da buoni amici. I rapporti restano buoni e non ho motivo di avere rancori contro il club nerazzurro, come penso loro non possano averne nei miei confronti. La risoluzione è stata consensuale, non siamo riusciti ad imboccare la stessa strada per raggiungere gli obiettivi che l’Inter deve sempre avere davanti: lo scudetto e la Champions. Resterò, ovviamente, un tifoso nerazzurro”. 

Nel corso dei due ultimi anni in nerazzurro, Mancini non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo di allenare a Milano Yaya Touré: “Non ci casco. Yaya, da sempre, era uno dei miei obiettivi. Avevamo quasi chiuso il suo acquisto con il presidente Thohir un anno fa, poi lui preferì non tradire il Manchester City dove lo avevo portato io. Touré, come Ibrahimovic, è uno di quei giocatori che fanno la differenza, possono spostare da soli l’esito di un campionato. Come Messi e Cristiano Ronaldo”. 

Secondo il tecnico jesino, Tourè e Ibrahimovic potevano essere gli unici in grado di fermare l’armata Juventus: “Oggi la Juve fa parte di un altro pianeta, sotto tutti i punti di vista. Ma se un club avesse preso Ibra o Yaya o addirittura tutti e due insieme avrebbe lottato con i bianconeri per il titolo. Ne sono certo. Non parlo solo dell’Inter, parlo di Milan, Napoli, Roma, Fiorentina… Le big, insomma, quelle del giro che conta”. 

La Juventus è la grande favorita per la vittoria dello Scudetto: “Sì, direi di sì. Il colpo Higuain fa la differenza. E’ chiaro che Gonzalo non segnerà 36 gol come a Napoli perché si dividerà tra campionato e Champions, però è uno di quegli acquisti che creano il vuoto alle spalle. La società bianconera è avanti anni luce. Ha lo stadio di proprietà, ha vinto cinque titoli consecutivi e voglio vedere quanti ancora ne raggiungerà. Può battere ogni record.Napoli, Roma, Inter e Milan, con Fiorentina e Lazio che possono creare problemi a tutti in una partita secca. Hanno giovani talenti molto interessanti. De Laurentiis ha investito i 90 milioni di Higuain su talenti importanti: raccoglierà i frutti di questi investimenti con il tempo, non quest’anno”. 

Mancini non ha lesinato complimenti nei confronti di quel Totti che, dopo una carriera fantastica, si avvia alla sua ultima stagione da calciatore: “Giocatore fantastico, in cui spesso mi sono riconosciuto, non è un mistero. Francesco ha avuto un grande coraggio a continuare, io alla sua età ero già in panchina da molto tempo. Ecco, lo dico: ho il rimpianto di non averlo mai allenato, mi sarei divertito moltissimo, soprattutto nelle partitelle…”. 

Mancini aspetta una nuova panchina dalla quale ripartire: “Aspetto un progetto serio, non ho fretta. Ogni tanto staccare fa bene. Italia o estero? Non ho preclusioni, lavorare in Inghilterra è stato fantastico. La Premier resta il top”. 

Fonte: goal.com


Molaro
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